I tentativi in giro per il mondo di rendere l’arte e i musei accessibili a tutti sono molti: accessibili a chi non vede, a chi non sente, a chi non cammina, ma anche semplicemente accessibili e coinvolgenti per chi non li ama, non li conosce, non li frequenta. Se ci guardiamo intorno troviamo esperienze incredibili. Ve ne raccontiamo alcune, quelle che ci hanno emozionato di più e che ci hanno fatto riflettere, senza pretesa di essere esaustivi.
Museum Hack è un progetto newyorkese nato per organizzare visite guidate nei musei per gente che odia i musei. Non è uno scherzo, è un progetto diventato caso di studio internazionale. Lo racconta in modo molto convincente Nick Gray – il fondatore di Museum Hack – durante questo TEDx talk: un sabato sera è stato invitato a un appuntamento galante al MET e gli è successa una cosa pazzesca… si è innamorato.
Tooteko, invece, è una startup italiana che ha sviluppato una tecnologia per far godere le opera d’arte alle persone non vedenti attraverso il tatto e una descrizione audio. Un progetto sviluppato per rendere accessibile l’arte a chi non la può vedere si è trasformato in una nuova opportunità di conoscenza anche per chi ci vede benissimo.
Un’altra idea che ci ha conquistato è “Adotta un NON visitatore” di Bam Strategie culturali, che studia il NON-pubblico della Galleria Nazionale di Parma: per coinvolgere e raggiungere un nuovo pubblico bisogna prima di tutto sapere di che pubblico si tratta.
Altro mitico progetto è Palazzo Grassi Teens, il cui obiettivo è avvicinare gli adolescenti all’arte contemporanea partendo dal presupposto che i giovani amano imparare, ma non necessariamente nel modo in cui noi ci aspettiamo. In quest’ottica, combinando l’aspetto analogico della visita al museo con l’approccio peer-to-peer e le tecnologie digitali, i ragazzi diventano parte dell’esperienza creativa e non solo audience.
Anche noi abbiamo ragionato di audience development e del desiderio di raggiungere un nuovo pubblico di bambini e di famiglie. In particolare ci interessava coinvolgere i bambini che non fossero già avvezzi a fare turismo culturale e raggiungere un pubblico potenziale per cui visitare mostre e musei non fosse già un’abitudine consolidata. Per queste ragioni negli ultimi mesi abbiamo iniziato a lavorare allo sviluppo di una nuova serie all’interno della nostra offerta di app educational e digital toys per bambini. Abbiamo pensato a una nuova collana un po’ più gioco e un po’ meno guida, un po’ più magica e meno didattica. L’abbiamo chiamata ArtStories 4FUN.
Il nostro obiettivo è quello di riuscire – anche in questa collana – a trovare l’equilibrio tra i diversi elementi, per cui anche con un approccio un po’ differente le nostre app possano essere utili a seminare chicchi di curiosità e desiderio di approfondimento, a far nascere una scintilla, ad avvicinare in maniera semplice e godibile un nuovo pubblico di bambini all’arte e al patrimonio artistico e culturale. Pubblicheremo il primo digital game di questa nuova collana molto presto; stiamo dando gli ultimi tocchi finali a un’app che ci siamo divertite moltissimo a progettare e su cui non vediamo l’ora di sentire il vostro parere.
Di cosa si parlerà? Qualche indizio lo stiamo seminando in giro da qualche settimana, come ad esempio i consigli di lettura raccolti sotto l’hashtag #cittàneilibri sulla nostra pagina Facebook. Ormai non manca molto: rimanete sintonizzati in attesa della prima app ArtStories 4FUN!